II territorio di Pomaia, fin da prima dell'anno Mille e fino al 1282, apparteneva ad una importante proprietà dell'Arcivescovo di Pisa, poiché, dopo la caduta dell'Impero Romano, avvenuta cinquecento anni prima, l'unica autorità the difendesse il papato e la civiltà italiana contro i barbari era la Chiesa, con il Papa, i suoi Vescovi ed i suoi Parroci.
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Questa proprietà aveva il suo centro di difesa militare nella Rocca di Montevaso, grande e bella fortificazione dalla quale dipendevano tutti i territori circostanti. Si trovavano addirittura nei dintorni delle miniere d'oro che venivano sfruttate nella Repubblica Pisana.
Si parla della Pieve di Pomaia già in un antico contratto, stipulato a Valdiperga nel 1071, ma la chiesa esisteva anche prima, forse da almeno due secoli ed era stata costruita nella località oggi chiamata La Pieve Vecchia, tuttavia di questa costruzione oggi non rimane traccia. Esistono invece i resti di una fortificazione sul monte a levante del paese (sulla destra del torrente Marmolaio), nel luogo ora chiamato II Portone, e certamente rappresenta una delle difese più vicine al mare del sistema fortificato di Montevaso.
Pomaia subì le sorti dello stato Pisano nelle lotte intestine e contro i potenti vicini, specialmente Firenze che nel 1406 conquistò definitivamente la Repubblica Marinara. Tuttavia la struttura ecclesiastica rimase e nel 1422 Pomaia era una delle ventotto pievi (cioè chiesa madre) della diocesi di Pisa, ed aveva come filiali ben quattro altre piccole chiese nei luoghi vicini, come San Michele della Guardia, in territorio oggi appartenente a Pastina. A quell'epoca, cioè alla fine del Medioevo, ogni paese si amministrava per proprio conto tramite un Consiglio Comunitario. Nel 1500 però anche Pomaia fu aggregata alla Comunità di Santa Luce (della quale tuttora fa parte)
Si parla della Pieve di Pomaia già in un antico contratto, stipulato a Valdiperga nel 1071, ma la chiesa esisteva anche prima, forse da almeno due secoli ed era stata costruita nella località oggi chiamata La Pieve Vecchia, tuttavia di questa costruzione oggi non rimane traccia. Esistono invece i resti di una fortificazione sul monte a levante del paese (sulla destra del torrente Marmolaio), nel luogo ora chiamato II Portone, e certamente rappresenta una delle difese più vicine al mare del sistema fortificato di Montevaso.
Pomaia subì le sorti dello stato Pisano nelle lotte intestine e contro i potenti vicini, specialmente Firenze che nel 1406 conquistò definitivamente la Repubblica Marinara. Tuttavia la struttura ecclesiastica rimase e nel 1422 Pomaia era una delle ventotto pievi (cioè chiesa madre) della diocesi di Pisa, ed aveva come filiali ben quattro altre piccole chiese nei luoghi vicini, come San Michele della Guardia, in territorio oggi appartenente a Pastina. A quell'epoca, cioè alla fine del Medioevo, ogni paese si amministrava per proprio conto tramite un Consiglio Comunitario. Nel 1500 però anche Pomaia fu aggregata alla Comunità di Santa Luce (della quale tuttora fa parte)
Duecento anni or sono risulta che Pomaia averse solo una ventina di abitazioni e la gente vivesse di agricoltura o del lavoro offerto dalle cave di alabastro che nella storia sono conosciute come Volterrane o di Castellina Marittima, ma che estendono le loro miniere anche nel sottosuolo di Pomaia.
Le Cave di Alabastro furono aperte dagli antichi Etruschi e, attive anche in epoca Romana, hanno cessato l'estrazione solo pochi anni fa. Oggi la materia prima che viene estratta è il gesso e una delle vecchie cave può essere visitata attraverso il percorso dell' Ecomuseo dell'Alabastro come testimonianza di un artigianato prezioso per l'economia pisana di un passato non troppo lontano e per l'arte scultoria in genere. |